A chi non è capitato di aprire l’armadietto delle medicine, magari alla ricerca di un farmaco che non si riesce a trovare, e accorgersi di avere chissà quante confezioni di medicinali ormai scaduti? In fondo, se quei farmaci non sono stati utilizzati, dovresti guardare il bicchiere mezzo pieno: meglio così, non ne hai avuto bisogno perché sei stato bene. Ma cosa fare dei farmaci scaduti? E ancora, cosa fare nel caso in cui per sbaglio se ne assuma uno? Capita anche questo, e cioè che l’occhio cada sulla data di scadenza quando è troppo tardi.
Vediamo di capirne di più.
Cosa vedremo
Farmaci scaduti sono pericolosi per la nostra salute?
Fa male assumere una medicina scaduta? La domanda ce la siamo fatti un po’ tutti nella vita. La risposta in realtà dipende da vari fattori. Anzitutto, va detto che la data di scadenza che si legge sulla confezione di un farmaco indica il limite entro il quale il produttore assicura la piena sicurezza ed efficacia del prodotto. Ricerche condotte negli Stati Uniti asseriscono che i farmaci ben conservati possano essere assunti anche diversi mesi dopo la loro scadenza.
Conservare bene un farmaco significa proteggerlo da agenti che possano deteriorarlo come umidità, fonti di calore, temperature troppo alte. L’ideale, quindi, è tenere le medicine in un posto asciutto e fresco. Attenzione però, anche se un farmaco è conservato bene, utilizzarlo dopo la data di scadenza non ne assicura l’efficacia e la sicurezza (soprattutto se si tratta di liquidi).
Nella maggior parte dei casi, comunque, il farmaco scaduto non fa male, al massimo non ha effetto. Stesso discorso vale per quei farmaci per i quali l’apertura delle confezioni ne pregiudica l’uso dopo un certo tempo. Il collirio, ad esempio, se aperto, non si conserva fino alla data di scadenza, ma dopo qualche settimane va buttato.
Alcuni farmaci «a basso indice terapeutico in cui anche piccole diminuzioni di attività farmacologica possono provocare pesanti ripercussioni sul paziente e sulla sua patologia», fanno eccezione ed è bene non assumerli dopo la data di scadenza. Parliamo ad esempio dei farmaci anti-convulsivi, anti-coagulanti, contraccettivi e ormoni tiroidei.
In caso di dubbio si possono anche consultare le indicazioni date da Federfarma, la Federazione nazionale unitaria titolari di farmacia, sulla validità di specifiche tipologie di farmaco.
Smaltimento: dove buttare i farmaci scaduti
Insomma, alla luce di quanto detto sopra, non dovresti avere troppa fretta di buttar via le medicine scadute, perché ancora per un po’ dopo la scadenza indicata il farmaco può avere effetto. Certo, il buon senso aiuta, e così anche l’osservazione: se vedete alterazioni della forma, della consistenza o del colore della medicina non esitate a liberarvene. Già, ma come? Qual è il modo corretto di gettare le medicine scadute?
Bisogna tenere presente che i residui di farmaci raggiungono gli impianti di depurazione, le acque potabili e di falda. E possono essere dannosi per l’ambiente e per l’uomo. Per smaltire correttamente le medicine bisogna procedere a una differenziata: l’imballaggio esterno è spesso di carta e va smaltito con essa insieme al “bugiardino”, il foglietto illustrativo.
Quanto a tubetti, blister e bustine, queste confezioni devono essere smaltite negli appositi contenitori a seconda del materiale di cui sono fatte. Gli integratori, separati da carta e plastica, possono finire nell’indifferenziata. Boccette e blister se contengono ancora il farmaco vanno smaltiti in farmacia negli appositi contenitori destinati a questo uso (presenti anche negli ospedali).
Mentre siringhe, disinfettanti e termometri vanno smaltiti secondo le regole vigenti in ogni Comune. In particolare, termometri e sfigmomanometri possono essere portati presso stazioni ecologiche attrezzate.
In definitiva, un farmaco scaduto se conservato bene può essere assunto anche qualche tempo dopo la scadenza ma la sua efficacia non è più garantita.
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