Ronzii che disturbano i nostri sonni estivi, gonfiori insopportabili sulla pelle abbronzata, o peggio su quella delicata dei neonati, e ciabatte che lasciano (invano) l’impronta sui muri.
Starete pensando sicuramente alle zanzare, il peggior incubo delle sere d’estate. A ben vedere non sono solo loro a rovinare la bella stagione, ma anche insetti meno conosciuti, ma non per questo meno fastidiosi: i pappataci, detti anche flebotomi.
Ecco come riconoscerli, quali sono i sintomi, come prevenire e curare le punture.
Cosa vedremo
Cosa sono i pappataci e come riconoscerli
I pappataci sono insetti che vivono e si riproducono soprattutto nei paesi tropicali, subtropicali e nell’area mediterranea. Questi insetti possono essere lunghi fino a 3-4 millimetri e visti da vicino vengono facilmente scambiati per zanzare, anche se in media sono molto più piccoli. Per distinguerli bisogna fare caso al loro colore, che solitamente va dal giallo paglierino al grigio, alle loro lunghe antenne e soprattutto alla presenza di un fitta peluria su tutto il corpo. Insomma non sono solo fastidiosi ma anche brutti da vedere.
Il loro habitat naturale si trova nelle zone pianeggianti o collinari con un clima caldo e un ambiente umido e poco luminoso.
Ai pappataci piace la vita notturna e iniziano la loro attività al calar del sole. Durante il giorno preferiscono ripararsi nelle crepe o nei buchi del terreno, nei muri, sotto il fogliame o anche nei ristagni di acqua delle piante che teniamo in casa e nelle cantine.
In Italia, sono molto diffusi nelle coste del centro-sud e nelle isole nel periodo che va da maggio a ottobre. Sono dunque compagni fedeli delle vacanze estive.
C’è però da registrare che, per effetto dei mutamenti climatici, i pappataci come altri parassiti stanno modificando il loro ciclo biologico, riuscendo a sopravvivere anche in autunno inoltrato e in inverno, colonizzando anche regioni più settentrionali. Non c’è da stupirsi quindi se ce li ritroveremo anche scartando i regali di Natale.
Sintomi delle punture dei pappataci
I pappataci sono come i vampiri, si riposano di giorno ed escono di sera in cerca di sangue. Esattamente come le zanzare, sono solo le femmine che si nutrono di sangue, mentre i maschi sono golosi di sostanze zuccherine. Le femmine pungono perché hanno bisogno di alcune proteine che si trovano nel sangue per completare il loro ciclo di vita e deporre le uova. Alcune specie prediligono il sangue dell’uomo mentre altre banchettano con animali dal sangue caldo come i cani e altri animali domestici o anche a sangue freddo come rettili e anfibi.
I pappataci quando pungono rilasciano, attraverso il loro apparato boccale, una sostanza che provoca nell’uomo la produzione di istamina, usata dal nostro sistema immunitario per difendersi. È proprio la produzione di istamina che provoca i sintomi più comuni delle punture, soprattutto nelle pelli particolarmente sensibili:
- eruzioni cutanee e rigonfiamenti;
- rossore;
- prurito;
- reazioni allergiche.
Data la loro scarsa capacità di volare, i pappataci mordono a poca distanza dal terreno ad altezza gambe e caviglie. Tuttavia le punture si possono presentare anche nelle parti più alte del corpo (collo, mani, braccia, schiena) nel caso in cui il soggetto sia rimasto sdraiato su un prato o altri posti a contatto con terreni infestati dai pappataci.
Una conseguenza meno comune ma più seria provocata dalle punture è la “febbre da pappataci”, che può avere come sintomi brividi, mal di testa e dolori addominali. La febbre in genere scompare nel giro di 3-4 giorni.
Un caso più raro ma ben più grave è il morso di un insetto vettore, ossia infetto. I pappataci, infatti, possono trasmettere dei patogeni legati alla leishmaniosi umana, una malattia infettiva che può manifestarsi a livello cutaneo con lesioni e ulcere della pelle, o a livello viscerale interessando gli organi interni. Purtroppo, la leishmaniosi umana può presentarsi anche senza sintomi evidenti e dunque più difficile da diagnosticare.
Come prevenire le punture dei pappataci
Nessuno di noi vorrebbe finire nel menu degustazione di questi insopportabili insetti. Motivo per cui agire in anticipo per difendersi da eventuali punture è la mossa più strategica, almeno per ridurre il rischio.
Esattamente come per le zanzare, è bene dotarsi di repellenti (disponibili in spray, salviette, stick, ecc.) o antiparassitari nel caso di cani, utili per allontanare anche tutte le altre tipologie di parassiti come zecche e pulci.
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Durante il giorno, per evitare che i pappataci entrino in casa è opportuno areare bene i locali ed esporli alla luce del sole. Come abbiamo visto, infatti, essi prediligono le zone poco luminose e umide. Per lo stesso motivo evita di lasciare i sottovasi delle piante con l’acqua di ristagno, ricettacolo perfetto per ogni tipo di insetto e abbiate cura di non lasciare, sia dentro che fuori casa, residui organici.
A causa della loro dimensione, che è inferiore a quelle delle normali zanzare, l’impiego delle zanzariere tradizionali non ci mette al riparo da intrusioni indesiderate. Occorre munirsi di zanzariere specifiche a maglie più strette e se è il caso cospargerle con insetticidi o repellenti naturali.
Può essere d’aiuto, infine, posizionare in prossimità delle finestre delle piante aromatiche particolarmente sgradite a questi insetti, che fungono da repellenti naturali, come il timo e il rosmarino ma anche gerani, citronella e melissa.
Come curare le punture dei pappataci: i rimedi
Cosa fare nel malaugurato caso in cui uno di questi simpatici insetti abbia scelto proprio noi per banchettare? come per le altre punture di insetto, esistono diversi rimedi per lenire i sintomi più comuni, come il rossore e il prurito. Si può fare affidamento alla natura o ricorrere a prodotti disponibili in farmacia.
Tra i rimedi naturali, in testa a tutti troviamo il Tea tree oil, ottimo lenitivo e disinfettante, ma attenzione a non usarlo mai puro sulla pelle, va sempre diluito con altri oli.
Particolarmente efficace anche il gel dell’Aloe Vera con le sue proprietà antisettiche, antibatteriche e antinfiammatorie.
In farmacia potete trovare invece appositi stick post-puntura o pomate a base di antistaminico che possono essere applicati direttamente sulle zone interessate e alleviano il prurito. È importante limitare l’irrefrenabile impulso di grattare con le mani la zona colpita, comportamento che di fatto peggiora la situazione e può provocare infezioni. Di prodotti lenitivi ce ne sono di diverse tipologie e con diverse intensità di azione. Basta scegliere.
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Fonti:
https://www.my-personaltrainer.it/benessere/pappataci.html
https://www.greenme.it/informarsi/animali/pappataci-puntura-rimedi-conseguenze/